Si parla di riapertura del paese, e con esso il mondo dello sport di base. Vediamo di capire quali sono le misure prese e in capo a chi saranno delegate le responsabilità delle misure di prevenzione sanitaria.
Ad oggi con il nuovo DCPM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), delega la responsabilità alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Sportive Associate e agli Enti di Promozione Sportiva, della delibera e integrazione di misure applicative e protocolli che debbano tenere in considerazione le singole attività sportive praticate, per aiutare a mantenere attive le misure di prevenzione, e di sicurezza sanitaria della pratica sportiva, da parte delle associazioni e società sportive che gestiscono gli impianti.
La prima considerazione che si può fare è che questa situazione molto probabilmente creerà negli stessi impianti gestiti da più Associazioni sportive dilettantistiche (Asd), per le stesse discipline praticate, diversi protocolli sanitari in base alla Federazione o Ente di affiliazione. Una situazione caotica e incomprensibile: come già accaduto in passato, sembra essere stata assunta, molto probabilmente, da chi non si rende conto di quanto sia difficile e complessa l’organizzazione dello sport di base.
Il governo aveva già manifestato questa mancanza di conoscenza dello sport, quando all’inizio della pandemia, aveva delegato al “medico societario” la responsabilità di far praticare attività sportiva in sicurezza sanitaria. Peccato che lo sport di base è lontano anni luce dalla serie A e nessuno può disporre di un proprio medico sociale.
Insomma tornando alle misure di questi giorni, l’mancanza di chiarezza, l’assenza di decisioni nette, che nasconde una forte debolezza governativa, lascia la solita porta aperta ai furbetti ed agli irresponsabili, pochi per fortuna, che ci sono anche nel mondo dello sport.
Il solito paese che proprio non ce la fa a stare insieme.
Il DCPM, come se non bastasse la confusione generata, prevede la riapertura dello sport di base dal 25 maggio prossimo, e però lascia alle Regioni la possibilità di anticipare la riapertura, ed infatti alcune Regioni hanno già deliberato la riapertura dello sport di base dal 18 maggio scorso, lasciando chi lo sport di base lo deve organizzare, solo, senza linee guida, senza protocolli.
Cosa scrivevamo di un paese che non sa stare insieme?
Lo sport anche questa volta viene lasciato “sul fondo del barile” da raschiare, sminuito, quando potrebbe essere una enorme risorsa per la ripartenza.
Provate a chiederlo alle famiglie, che da giorni non possono far praticare attività sportiva ai propri figli, quanto sarebbe importante che riprendesse lo sport, a livello fisico e psicologico.
Provate a chiederlo agli anziani, che attraverso lo sport praticano socialità attiva, all’interno delle strutture sportive e dei centri anziani.
Infine, il rischio è che la responsabilità dei protocolli, cadrà sull’ultimo anello, quello più debole che sono le Asd/Ssd.
Siamo sicuri che siano in grado di assumersi questa responsabilità?
Eros Mattioli
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