L’epidemia da Covid 19 non ha colpito tutti allo stesso modo. Con l’emergenza da coronavirus, gli Enti Locali, aiutati anche dall’inconsistenza legislativa degli articoli relativi del Cura Italia (art.48), stanno impedendo ad una specifica categoria di lavoratori – cioè gli assistenti che lavorano per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali – di proseguire il loro importante lavoro di inclusione.
Di fatto, a questi lavoratori non è stato consentito di proseguire il loro lavoro e ai bambini con disabilità è stato negato il diritto all’istruzione. Regioni e Comuni, in sostanza, potrebbero aver preferito “risparmiare” i fondi già a bilancio, il tutto sulla pelle di lavoratori, già fiaccati da condizioni lavorative infami, e sulla pelle dei bambini con difficoltà di inclusione sociale.
L’area di competenza degli assistenti educativi presuppone una preparazione specialistica di alto livello in quanto è incentrata sugli aspetti dell’autonomia, della comunicazione e della socializzazione del bambino con disabilità, focalizzandosi in particolare sugli ambiti emotivi e socio-relazionali.
Purtroppo nei fatti le istituzioni sono state sempre incoerenti con ciò che veniva dichiarato solo a parole.
Infatti, nel corso degli anni, dopo la promulgazione della legge 104/92, una materia di estrema importanza, come l’inclusione di persone che partono svantaggiate rispetto alle altre, è stata abbandonata dallo Stato centrale e demandata agli Enti Locali.
Ma non finisce qui. Gli stessi Enti locali, poi, se ne sono progressivamente disinteressati e hanno deciso di appaltare la gestione del servizio alle Cooperative sociali, come ha fatto il Comune di Roma nel 2000. Nonostante il fatto che la Regione Lazio e il Comune di Roma abbiano cercato, nel 2017, di uniformare i criteri di erogazione e di svolgimento del servizio, ad oggi nessun reale diritto è stato acquisito e nessun criterio di omogeneità del servizio è stato adottato.
In tutta Italia gli assistenti educativi sono circa 54mila. Nella sola città di Roma sono circa tremila, con bacino di utenza di oltre diecimila bambini. Le richieste di servizio, negli ultimi due anni, sono quasi raddoppiate in alcuni municipi, a fronte di una consistente riduzione della spesa e di bandi comunali sempre più al ribasso.
Il Movimento Umanista Popolare denuncia l’assoluta assenza delle istituzioni che dovrebbero, coerentemente con la nostra Costituzione, porre in essere le condizioni affinché “tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale” (art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana). Esprime inoltre totale solidarietà nei confronti degli assistenti educativi, categoria di lavoratori di importanza fondamentale per il progresso della nostra società, che può dirsi veramente umana solo quando tutti avranno pari dignità.
Carlo Olivieri
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