Dove stiamo andando?
Una domanda alla quale non possiamo continuare a sottrarci.
Non è il Covid che mi fa porre questo interrogativo.
Non appena abbiamo avuto la possibilità di riprendere, chi più chi meno, le attività lavorative gli operai hanno di nuovo iniziato a morire sui posti di lavoro.
Nel nostro quartiere, sono tornate le discariche intorno ai cassonetti stradali e i rifiuti sono tornati ad aumentare in modo eccessivo e non solo perché AMA “raccoglie male”.
Non considerando importante la differenziazione dei rifiuti e ancor di più, consumare meno il pianeta, stiamo andando verso un mondo sempre più inquinato, nonostante diciamo di amare i nostri figli e nipoti. Ma quale mondo stiamo lasciandogli?
I nostri parchi sono stati oggetto di atti di vandalismo che hanno costretto le amministrazioni a non considerarli sicuri: ricordo le battaglie, durate anni, per averli. Quante manifestazioni, quanto tempo dedicato per il bene comune!
Quanto abbiamo fatto, oltre ad accusare chi ha governato, per difendere quanto conquistato?
Poco, abbiamo quasi esclusivamente delegato ad altri.
Quanto abbiamo fatto perché i nostri ragazzi, figli del quartiere, non avessero come hobby, la distruzione di quanto conquistato?
Abbiamo anche in questo caso delegato ad altri.
Forse è giunto il momento di non delegare più.
Dobbiamo diventare sceriffi e controllori come nel far West? No!
Dobbiamo recuperare il senso di appartenenza, di comunità, di responsabilità verso il territorio e verso chi lo vive.
Chi sporca, chi distrugge, non è qualcuno che non ci appartiene, di cui dobbiamo disinteressarci, ma anche, frutto di scelte sempre più egoistiche alle quali ci siamo abituati.
Da anni non ci sentiamo più comunità, popolo, quartiere, ma solo ed unicamente come un uno che vive in un posto.
Solo una piccola analisi, anche frettolosa, ma credo che non possiamo più rimandare questa domanda: dove stiamo andando?
Una buona domanda a cui bisogna cercare una buona risposta.
Luigi Casella
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