Sull’autobus. La prima volta è stata sull’autobus.
Mi tenevo ad uno degli appositi sostegni e guardavo fuori.
Indossavo una camicetta a quadretti bianchi e blu. Mi piaceva molto quella camicetta. Maniche corte e bottoni bianchi.
Sposto lo sguardo da fuori al finestrino alla mia bella camicetta. E me ne accorgo. Il secondo bottone tira. Sto diventando grande. Le mie amiche lo sono già. Io invece sembro ancora una bambina. Ma questo bottone che tira, è la prova. Sto diventando grande.
La sensazione del mio corpo che cambiava a volte mi sorprendeva. Scoprirmi diversa. Giorno dopo giorno. E quel seno che tanto aspettavo a volte mi metteva in imbarazzo. Non ero ancora pronta a sostenere lo sguardo delle persone.
Ho scoperto che stavo diventando donna, sull’autobus. In un luogo pubblico ed affollato. In me un misto di timidezza e spavalderia.
Il libro –bellissimo- di Alessandra Sarchi si intitola: Il dono di Antonia.
L’ ho letto tutto d’un fiato. E poi riletto con calma, alcune pagine in particolare.
L’ho letto tutto d’un fiato. Come su un autobus, appoggiata ad un apposito sostegno. Scoprendo il mio corpo nella storia. Scoprendo il senso della maternità, senza che io abbia figli. Perché maternità è qualcosa di profondo, davvero profondo. E solo chi è madre dentro lo sa.
L’ho letto tutto d’un fiato. Con l’entusiasmo adolescente delle donne che ancora non sanno sostenere lo sguardo degli altri sul proprio corpo. Eppure lo affrontano, con timidezza e spavalderia.
Il dono di Antonia. Per me è la storia del corpo delle donne. Dall’anoressia alla maternità, dalla solidarietà femminile alla menopausa all’adolescenza.
Il tema della maternità è narrato in modo originale e coinvolgente. Una madre e due figli. Due rapporti completamente diversi. Maternità scelta e maternità negata. E tutto passa attraverso il corpo delle donne.
Il bellissimo libro di Alessandra Sarchi si intitola “Il dono di Antonia”. Un libro da leggere. E rileggere.
Serena Damiani
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