Febbraio, il Coronavirus inizia ad affacciarsi anche in Italia. Negli ultimi giorni del mese, il Miur determina lo stop di tutti i viaggi d’istruzione. Di lì a poco le attività vengono interrotte, sebbene non tutte, con polemiche e strascichi che durano fino ad oggi. È il lockdown. Serrata. A fine febbraio il presidente dell’Anpi del VI Municipio, Roberto Catracchia, indirizza una lettera al presidente Romanella chiedendo un incontro riguardo la gestione della pandemia e la tenuta civile, sociale e democratica del territorio. Nessuna risposta. Tra poco riapriranno le scuole, data che segna una inevitabile ripartenza da parte non solo dei ragazzi ma anche delle famiglie, dei genitori che accompagnano i figli a scuola, dell’affollamento dei mezzi pubblici, delle aule – problema che non tratteremo in questa sede – e via dicendo.
Il 24 febbraio avete proposto, come Anpi locale, un incontro al presidente Romanella e il 28 avete formalizzato l’incontro protocollando una lettera di richiesta. Sta per ripartire l’anno scolastico, data che segna, metaforicamente e non, l’inizio di una serie di attività connesse ad esso. Ci sono state novità? Vi siete più incontrati?
No, non abbiamo avuto alcuna risposta. Abbiamo incontrato per caso il Presidente Romanella fuori dal Teatro Tor Bella Monaca, di fronte il palazzo del Municipio. In quella sede, del tutto informalmente, ci ha informato sul fatto che non è sua competenza la materia che chiedevamo di trattare nella lettera. Il punto, però, è che la competenza di un Presidente del Municipio è tutta politica: indirizzo e controllo. Non solo: rappresenta la tutela dei cittadini e del territorio, sia in termini sociali che sanitari. Ovvero il punto cruciale della lettera che gli indirizzammo. In quanto “primo cittadino” del territorio avrebbe dovuto essere una sorta di sollecitatore, passatemi il termine, di proposte e soluzioni presso le istituzioni preposte.
La vicenda della raccolta dei pacchi lo dimostra.
In che senso?
Se il municipio avesse preso l’iniziativa coordinata con le associazioni locali non avremmo assistito ad un personalismo politico e propagandistico, in questa fase predominante. Non si governa un municipio in una “torre d’avorio”: la collaborazione popolare è necessaria. È stata un’occasione persa per rafforzare, e recuperare, il legame tra istituzioni, politica e cittadini.
Quale poteva essere quest’occasione?
Ad esempio, organizzare per tempo la gestione degli spazi e dei plessi scolastici utilizzando locali pubblici attualmente chiusi al pubblico utilizzo come aule, coadiuvando i dirigenti scolastici del VI Municipio a trovare una soluzione al problema.
Dunque l’Anpi ne trae un insegnamento amaro da tutto ciò?
L’Anpi vede pericoloso l’allontanamento dai valori costituzionali da parte delle istituzioni locali. Un allontanamento soprattutto nel metodo e nella pratica, giorno dopo giorno. Chi ha redatto la Costituzione si sentiva parte del popolo e non lontano da esso. Pensavano, costoro, che la partecipazione facesse parte di ogni processo democratico. Dunque del progresso di esso, penso all’articolo 32 della Carta: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
Antonio Leone
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