Da ieri, diffuso a mezzo Facebook tramite la pagina del presidente del consiglio municipale Alberto Ilaria, si sono aperte le consultazioni telematiche al fine decidere il nuovo logo del Municipio. Il comunicato, pubblicato sul sito del comune di Roma post-datato all’11 ottobre, riporta: «A seguito della seduta di Commissione Bilancio, Patrimonio, Decentramento e Regolamento del 5 ottobre in cui si sono valutate le proposte di denominazione e stemma del Municipio Roma VI, si è deciso di proporre alla cittadinanza un sondaggio consultivo di gradimento. Gli emblemi selezionati sono denominati n° 2, 3 e 5».
I simboli in oggetto sono questi qui in foto e si possono votare collegandosi al portale del comune di Roma tramite SpID.
A parte il giudizio grafico su di essi, letteralmente uno più brutto dell’altro, compreso quello che sembra essere stato realizzato con Paint in quattro secondi, sembra di assistere ad una farsa da basso Impero. In un clima di continua e reiterata perdita di fiducia e consenso nelle istituzioni democratiche, comprese quelle di prossimità, il Municipio sembra agire come l’imperatore romano della parte occidentale Onorio. Il reggente, anziché preoccuparsi della tenuta del territorio, in preda a usurpazioni e saccheggi, con l’esercito sbandato e infiacchito, dava da mangiare alle sue galline direttamente dalla sua mano, come raccontò lo storico bizantino Procopio di Cesarea. Quando gli venne riferita la notizia che Roma fosse caduta e saccheggiata per mano di Alarico (siamo nel 410 d.C.), Onorio si meravigliò e disse che Roma «aveva beccato dalla sua mano fino a poco tempo fa», riferendosi alla sua gallina prediletta cui aveva dato il nome della città. Solo nel ‘700 Edward Gibbon ritenne l’episodio un falso, ma nell’immaginario collettivo è rimasta l’immagine di Onorio, l’imperatore salito al soglio imperiale da bambino e che dà da mangiare alle galline nel suo palazzo di Ravenna. La Capitale imperiale era già stata spostata anni prima. Lasciando da parte l’aneddotica storica, Onorio passò alla storia come colui che non riuscì a portare positivamente a termine la trattativa con Alarico il quale, per tutta risposta, saccheggiò e devastò Roma.
Ricostruire il patto sociale dovrebbe essere una priorità delle istituzioni democratiche, specie per quel che concerne i municipi, tuttavia la questione non sembra lambire alcun presidente delle (ex) circoscrizioni della Capitale, siano essi del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle o del Centrodestra (Monica Lozzi è passata ad Italexit, soggetto politico dell’ex giornalista Paragone). L’impressione che dà ai più questa consiliatura è quella di chi sposta i quadri in salotto mentre è in corso un terremoto. Duro, a riguardo, il commento di Eros Mattioli (Pci – Cccp, coordinamento comunista casilino prenestino): «Al netto delle considerazioni sulla totale mancanza di condivisione con i cittadini dell’iniziativa e sui bozzetti di dubbio gusto, ma davvero la priorità del VI Municipio ai tempi del Covid è quella dei loghi? Ci aspettiamo risposte dalle Istituzioni per combattere l’emergenza da Coronavirus, per aiutare chi rimane indietro».
Be First to Comment