In questi giorni di zone arancioni che diventano rosse, di contagi e di scuole chiuse, nonché di maggioranze politiche instabili, inizia ad essere presente la voce di una possibile candidatura a sindaco di Roma di Guido Bertolaso. Le elezioni si avvicinano, in fin dei conti: il processo democratico va messo in moto, così come la macchina delle candidature.
Bertolaso: eminente asso delle emergenze italiche.
La proposta degli eredi di Alemanno, ricordato per le sue uscite come «sono stato lasciato solo» e «romani spalate», tanto più che veniva chiamato Aledanno, è la candidatura di Bertolaso.
La Meloni storce la bocca, Berlusconi gongola, Salvini al momento approva perché, sotto sotto, Bertolaso piace molto all’italiano medio nazional-popolare, ma anche al romano medio: esce assolto da ogni procedimento giudiziario ma è al contempo sempre coinvolto in questioni poco chiare.
È coinvolto ma al contempo non lo è, invischiato ma pulito, c’è ma non c’è. Una bellezza!
Un esperto per la città e per l’emergenze non è forse la soluzione giusta per ridare lustro alla capitale?
Una apparente candidatura azzeccata visto che da un decennio la città non è più caput mundi ma caput emergentiae, o emergency se al lettore piace di più l’influsso anglosassone, e il progressivo degrado e crollo dei servizi nella città è diventato da tempo un caso internazionale.
Bertolao (meravigliao), carro armato del pronto intervento nazionale, non ha un curriculum indifferente e da sottovalutare. Per decenni là dove c’era un’emergenza lui era al timone di comando: influenza aviaria (la prima Sars), quella suina (2009), terremoti e frane. Dovunque, c’era sempre Bertolaso alla cabina di regia del tutto. Il Bertolaso-Caterpillar diviene negli anni anche commissario straordinario per gli incendi in Sicilia. Attualmente (e in diversi regioni d’Italia) è coordinatore, consulente e tanto altro per l’emergenza Covid.
Il Tg1 del 11/03/2020 lo testimonia: l’Italia è in preda al caos, le regioni sono al collasso. Parte il servizio: la Lombardia è allo stremo. La telegiornalista parla del progetto della regione per far sì che l’ex fiera di Milano, a due passi da San Siro, si possa trasformare in un mastodontico reparto di terapia intensiva. Al momento, però, i lavori non sono ancora iniziati.
E allora via al valzer dei potrebbe sorgere qui, a breve nascerà, il Presidente della Regione avrebbe individuato quest’area. Di certo ci sono solo i condizionali, di estremamente sicuro solo un pugno di illazioni. La telegiornalista prosegue: «la Fondazione Fiera vorrà fare come a Wuhan in Cina: costruire tutto in tempi record». Al comando del tutto: Bertolaso.
Insomma, lui sulle emergenze sa tutto, un vero esperto.
Ma la nostra domanda, così come le relative perplessità, sono le seguenti: in questi 20 anni ha risolto qualcosa? Sono stati riparati i danni del terremoto, risarcite le vittime, intrapreso un percorso di rinascita e ripopolamento delle zone colpite (Abruzzo, Marche, Lazio e via dicendo)?
Se la risposta a tutto questo è “sì” allora vale davvero la pena citare Corrado Guzzanti quando parlava della divnità “Queelo”: «La risposta è dentro di te. E però è sbagliata».
Roberto Catracchia
Marco Piccinelli
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