(*) Riceviamo con preghiera di pubblicazione da Mario Cecchetti questo testo riguardo “Coloronda” e le polemiche suscitate.
Al di là delle chiacchiere. Si è fatto molto rumore sulla rete e poi da quanto riportato da «Repubblica», a proposito dell’evento di domenica 20 Dicembre che abbiamo promosso, su viale Torbellamonaca. L’evento era già programmato nel percorso del progetto stesso di “ColorOnda” già da tempo, circa un anno; abbiamo chiarito a tutti che il progetto ha come obiettivo lo sviluppo dell’arte di strada dal basso nei processi di rigenerazione urbana coinvolgendo artisti del territorio e della città, le scuole. Tutte le iniziative ed eventi di “Coloronda” rispondono solo a questo. A chi ci chiedeva se l’evento di domenica fosse della jam free Geco abbiamo risposto che il progetto “ColorOnda” andava aldilà del “problema” Geco: lo stesso pone al centro lo sviluppo della’arte di strada come dinamica artistica libera e che tutti possano esercitarla sui muri dei loro quartieri e che le amministrazioni (centrali e locali) dovrebbero mettere a disposizione, perché secondo noi l’arte di strada, soprattutto quella che parte dal basso, nelle nostre periferie è un valore aggiunto e non un problema di ordine pubblico. Quindi, in questo senso, come “Coloronda”, non avremmo mai organizzato un’evento inteso come la Free Geco Jam. Abbiamo, però, detto a tutti che chiunque veniva all’evento a Torbellamonaca Domenica 20 dicembre avrebbe trovato uno spazio sul muro, anche lo stesso Geco, abbiamo posto come condizione che il tutto doveva svolgersi sui muri dell’area designati nella richiesta e che l’arte espressa non offendesse nessuno.
Tutto il resto sta sui muri del nostro quartiere e chiunque può ammirarlo o denigrarlo come arte espressa ma nessuno può dargli un significato oltre questo perché tutti possano e debbano esprimere la propria arte e non ci possono essere norme o leggi che restringano questa libertà.
Ecco perché abbiamo detto che dovrebbe esserci “ColorOnda” in ogni quartiere della nostra città.
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