© Foto: Roma, 17 marzo 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Certa comunicazione ormai vive di stereotipi. Uno di questi è l’equazione S.S. Lazio = fascismo. Sei un tifoso della Lazio? Allora sei fascista e razzista.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti quelli che sanno vedere il mondo oltre i paraocchi politico-sportivi. Ovviamente questa narrazione del laziale-fascista ha fatto presa su chi vive di generalizzazioni, ma anche di chi non conosce lo stadio.
La tifoseria della Lazio è fascista? In parte sì. Probabilmente lo è gran parte di quella che va allo stadio, ma questa è anche responsabilità dei tifosi che si dicono di sinistra che, per motivi vari, hanno preferito la partita in tv lasciando campo libero alla destra. Destra che ne ha approfittato anche per fini elettorali (vedi Renata Polverini ai tempi della Presidenza della Regione Lazio, con scritte a caratteri fasci e braccia tese). Una volta c’era l’equazione Lazio-Fascio, Roma-Comunismo. Una volta. Adesso la destra stravince sugli spalti (emblematica la solidarietà di gruppi romanisti ai laziali per il caso “adesivi di Anna Frank”, o, sullo stesso tema, le scritte sui muri di Testaccio: “SS Lazio Juden,” “Anna Frank tifa Lazio” e “Laziali sionisti”).
Nelle curve della quasi totalità delle squadre di calcio italiane ci sono esempi di questo tipo, ma ormai la narrazione comune parla dell’equazione laziale=fascista. Poco importa che esista il gruppo “Laziale e antifascista”, poco importa che la destra abbia monopolizzato gli stadi di tutta Italia. Fa notizia che Romano Floriani Mussolini giochi nella Primavera della Lazio, non che abbia cominciato nelle giovanili della Roma. Non fa notizia che giochi nella Primavera della Lazio Raul Moro che a suon di gol si sta facendo strada verso la prima squadra. La notizia è che Romano Floriani Mussolini gioca nella Lazio.
Una narrazione che nel momento in cui si dice che i fascisti che aggredirono i tifosi del Tottenham (squadra nata in un quartiere ebraico) erano Ultrà Laziali varca i confini nazionali. Poco importa che in quel gruppo ci fossero tifosi Laziali e Romanisti insieme. Erano delinquenti fascisti. Stop.
Una narrazione che identifica l’Ultrà esclusivamente con la delinquenza. Si potrebbero fare molti esempi di questo tipo. Si arresta un delinquente? Nei giornali si specifica che è un Ultrà (spesso lo si fa se è Laziale). Anche qui, come se ci fosse l’equazione. Non si parla mai dell’Ultrà come semplice tifoso. Ci sono delinquenti tra gli Ultrà? Sì, come ce ne sono tra chi frequenta la Chiesa, o i concerti negli stadi, o tra chi va al cinema. Ma tra gli Ultrà ci sono anche brave persone come ce ne sono tra chi frequenta la Chiesa, o i concerti negli stadi, o tra chi va al cinema.
Il giornalista medio che fa queste equazioni perché attirano click (o in tv fanno audience) è una vergogna per la professione che meriterebbe di vedere il tesserino non semplicemente ritirato, ma stracciato.
Altrimenti scrivesse così: Pinco Pallo, tifoso della squadra A, ha oggi rapinato la gioielleria del signor Tizio, tifoso della squadra B. Sono intervenuti sul posto gli agenti dell’arma dei carabinieri, uno tifoso anche lui della squadra B e l’altro della squadra C. Articolo di Sempronio, tifoso della squadra D.
Ivan Mattei
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