A proposito di vicende locali che ormai hanno travalicato ogni confine municipale, capitolino e regionale, vorremmo ricordare un paio di cose propedeutiche per una lettura non tifosa degli accadementi. Anche e soprattutto al fine di non mitizzare o glorificare nulla o chicchessìa. Ragionare a mente fredda è vitale in questi periodi di 140 caratteri e instantaneità necessaria perché “sennò nessuno ti legge”. Perciò: non ci risulta essere mai stato abolito l’art 21 della Costituzione (Qui l’articolo integrale: https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=21). Se in qualsiasi testo a stampa risultino essere violazioni delle vigenti leggi, si interviene. La demonizzazione aprioristica aprirà nuove frontiere dell’infantilismo culturale, figlio di questi tempi: anziché leggere e contestare, destrutturando una visione errata con la propria, si va a monte senza intervenire realmente. Ricorda molto quel detto della montagna del sapone. C’è da mantenere, al contrario, un rigore per reprimere apologia di fascismo, razzismo, sessismo, in tutte le sue forme di espressione. L’ultimo va molto di moda, i primi due ormai non più di tanto.
C’è poi una questione di protagonismo personale, sfruttando la propria posizione sociale, al fine di creare una nuova crisalide di visibilità: anche basta con il protagonismo sulla pelle di chi ha combattuto per la libertà, soprattutto a parole: i partigiani non hanno versato il loro sangue per chi oggi ha l’ossessione di apparire a tutti i costi. Infine, la politica: i partiti prendano ufficiali distanze da iscritti fuori controllo. Ma anche questo – temiamo – sia del tutto improbabile a causa del clima da “bar” politico che si è instaurato nel corso degli ultimi vent’anni. Dalla nostra posizione, rimaniamo in attesa di provedimenti adeguati atti a isolare personaggi e atteggiamenti fuori da ogni rispetto dei valori costituzionali, cioè, l’unico modo idoneo al fine di combattere le destre e la mentalità fascista, che travalica gli schieramenti politici.
Altrimenti, è solo aria fritta, anzi, caro Letta, solo “chiacchiere e distintivo”.
La Redazione
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