Da quanto si apprende da un articolo apparso su un quotidiano nazionale [La Repubblica ndr], Fdi ha presentato una proposta di legge (in realtà risalente al 2018) per Tor Bella Monaca, all’interno della quale si prevede che il territorio venga assoggettato ad una sorta di legislazione speciale. Con ciò, a fronte dei molteplici problemi che affliggono milioni di cittadini residenti nelle periferie italiane, possiamo credere di averle sentite davvero tutte! Sorprendente è questa volta l’interesse post elettorale del deputato Fabio Rampelli, probabilmente sollecitato, se non imbeccato, dall’unico presidente di destra alla guida di un municipio romano. La proposta di istituire la Zona Franca Urbana nascerebbe dall’esigenza di rimettere in moto l’economia di aree urbane degradate sul modello dell’esperienza francese.
L’elemento centrale di questo provvedimento è costituito dalle agevolazioni per le imprese che investono in territori fragili. Intanto, ricordiamo alcuni dati del VI municipio di Roma: è il municipio al contempo più giovane e più povero del territorio capitolino; vanta purtroppo il primato del più alto tasso di abbandono scolastico, mentre dal punto di vista abitativo è il municipio con la maggiore percentuale di edilizia residenziale pubblica, principalmente realizzata nel quartiere di Tor Bella Monaca. Quartiere, quello di Tor Bella Monaca, che a dispetto di della rappresentazione proposta, non si erge solitario nel deserto, ma in piena connessione con quelle che erano le ex borgate, sorte nel dopoguerra (ad esempio Torre Angela e Grotte Celoni).
Allora ci si chiede in che modo una zona franca urbana potrebbe essere la soluzione ai problemi sociali di un pezzo di territorio? Perché questo provvedimento vuole indicare i suoi abitanti come causa stessa del problema, e dunque contribuisce a rafforzare l’archetipo di ghetto, già impropriamente utilizzata dai media mainstream, nella loro narrazione tossica dei territori economicamente più arretrati? E’ così difficile individuare le cause del malessere sociale ed economico ed intervenire su esse?
Fattori come la mancanza di intervento pubblico o la scarsa presenza reale e costante delle istituzioni sul territorio non vengono mai stigmatizzate dalla classe dirigente. Questa preferisce prendersela col tessuto sociale del territorio, elevando alcuni singoli cittadini a paladini dei quartieri ed evitando quindi di progettare politiche strutturali in grado di impattare positivamente sulla qualità della vita dei residenti. Edilizia pubblica di qualità, rete dei trasporti capillare ed efficiente, cura del verde e delle aeree, ciclo virtuoso dei rifiuti, assistenza sanitaria di prossimità, il tutto coinvolgendo la cittadinanza in modo attivo sia nel processo decisionale che in quello realizzativo, non sarebbero strumenti in grado di risollevare le sorti di qualsiasi territorio? Tra l’altro sono tutti interventi di ordinaria amministrazione, i quali però, non essendo realizzati da decenni, potrebbero oggi sembrare di natura straordinaria!
Delegare per l’ennesima volta il privato, così come da indirizzo contenuto nella proposta di norma istitutiva delle ZFU, alla soluzione di un problema sociale. significa avere la lettura faziosa di fenomeni che, al contrario, dovrebbero essere posti al centro del dibattito e dell’intervento pubblico.
Oltretutto, mentre l’on. Rampelli pone l’accento sulle difficoltà economiche di chi abita a Tor Bella Monaca, la sua maggioranza di governo si prepara ad eliminerà il reddito di cittadinanza che ha consentito a migliaia di famiglie, proprio a Tor Bella Monaca, di sopravvivere in questi ultimi quattro anni di crisi nera..
E allora la domanda sorge spontanea: ma le ZFU servono ai cittadini di Tor Bella Monaca o alle imprese che verranno ad investire, approfittando degli sgravi fiscali fin tanto che dureranno, per poi abbandonare il territorio al suo destino? Perché obiettivamente non si capisce che tipo di investimenti si cerca di attirare, vista la crisi che attraversa l’economia in generale e la poca appetibilità del circuito economico locale.
Se veramente si vogliono risolvere i problemi del territorio legati alla mancanza di lavoro le soluzioni che ci vengono in mente sono altre: maggiori investimenti sulla riqualificazione delle proprietà pubbliche, come peraltro già prevede il PNRR sulla riqualificazione dell’R5, chiedendo l’applicazione di una clausola sociale che preveda l’assunzione di manodopera del posto, investimenti sulla manutenzione del verde, spazi di cultura e tanto altro, di cui abbiamo un lungo elenco sempre valido ed idee da proporre.
Confidiamo pertanto che l’on. Rampelli venga a conoscere meglio il territorio e le famiglie che lo vivono, come fanno le Università Italiane ed Europee che spesso ospitiamo nella nostra sede di via dell’Archeologia. Questi enti culturali vengono a studiare quella che dal punto di vista urbanistico è la Città Pubblica per eccellenza, ma che dall’istituzione pubblica è stata abbandonata.
Asia-Usb Tor Bella Monaca
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