La rubrica della salute possibile
Questa rubrica nasce dal desiderio che la salute, l’ostetricia, la fisiologia, il mondo della donna e della coppia non rimangano paroloni o concetti sterili e non siano relegati nei salotti privati, nelle cliniche, ma diventino materiale quotidiano su cui lavorare, su cui riflettere. Ebbene sì, la salute è un insieme di tanti fattori che non sono riducibili a una sola componente e non è una questione legata semplicemente al medico di turno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha esplicitato che la salute «è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia».
Ecco dunque che chiunque può diventare persona in salute e si rende necessario lavorare in tal senso con tutti gli strumenti a disposizione.
Iniziamo dunque questo viaggio dalla prima parola che ha a che fare strettamente con la salute: il dinamismo, quell’attività intensa, vitalità, energia che si risolve in azione concreta e decisioni che determinano cambiamenti, piccoli o grandi che siano, che ci fanno stare meglio o bene. In un film di qualche anno fa [“Il vigile”] Vittorio De Sica recitava «quella fissità dello sguardo che è tipica dell’ottuso». Ampliando questa visione potremmo dire «quella fissità dello sguardo che è tipica della persona non in salute». L’irrigidirsi di comportamenti e atteggiamenti fa sì che si interrompa o non parta affatto il processo di benessere che permette una vita sana. È necessario focalizzarsi spesso, oserei dire quotidianamente, sulla domanda: come sto? C’è qualcosa che posso fare oggi che mi farebbe stare meglio?
Qualcosa di concreto: una passeggiata, mangiare quella cosa che mi piace e mi fa bene che non mi concedo mai, fare una chiacchierata con una persona a cui voglio particolarmente bene.
Tutto questo parla di salute, ci conduce verso di essa, e ci rende protagonisti di un cambiamento che possiamo compiere solo noi.
Semplice? Sembrerebbe di sì, eppure… perché non lo fai?
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