Il 3 ottobre [2023] il Mas-Ipsp1, partito politico al governo in Bolivia e di cui Morales è presidente, si è riunito per il decimo congresso nella cittadina di Lauca Eñe, nel dipartimento di Cochabamba, là dove l’ex presidente dello Stato Plurinazionale si sente più al sicuro e dove la sua influenza è maggiore. Tutto sembra essere cambiato da quando la nona assemblea congressuale, convocata nel marzo di quest’anno, aveva visto anche la partecipazione di Luis Arce (vice di Morales e ad oggi Presidente boliviano) e di David Choquehuanca (vicepresidente). Al congresso di Lauca Eñe, però, non c’è stata traccia delle due figure più importanti dello Stato nonché membri del partito.
«Più della metà della popolazione – scrive «El Diario» – vede nell’ala evista l’opposizione principale alla presidenza di Arce, molto più dei movimenti di Santa Cruz2 e delle opposizioni Comunidad ciudadana e Creemos»3. Secondo lo studio «realizzato da Diagnosis, durante quest’anno [2023], l’idea che l’ala evista venisse considerata dalla popolazione come la principale opposizione ad Arce si è rafforzata nel corso del tempo consolidandosi a seguito del congresso di Lauca Eñe».
Un partito che è maggioranza e opposizione all’interno e fuori di sé. Ma la burocrazia boliviana non la pensa come l’ala evista: il 22 novembre il Tribunale supremo per gli affari elettorali (Tse) ha invalidato la procedura che ha portato la rielezione di Morales al congresso di Lauca Eñe. L’ex presidente ha risposto presentando ricorso, vincendolo. Il Tribunale ha incassato il colpo: pur invalidando formalmente la procedura d’elezione del congresso, in punta di diritto, non ha potuto non riconoscere Morales come leader e presidente del Mas. La partita con la giustizia è terminata uno a uno ma Evo non è stato scalfito e, anzi, ha utilizzato a suo favore l’episodio per la campagna elettorale.
«Una campagna sporca»
«Se il tribunale si è messo il cappio da solo non può essere un nostro problema – era stata la risposta alla decisione del Tse giunta dal Pacto de unidad4 – con chi si allea con la destra e con chi sta tradendo il Paese, non ci sarà nessun dialogo».
Non c’è né rimedio né soluzione a breve termine: il Mas è diviso e Morales sta interpretando il suo ruolo in opposizione a quello della presidenza Arce-Choquehuanca: «Mi hanno convinto a candidarmi», ha dichiarato l’ex presidente nel corso della sua rubrica alla radio del Tropico «Kawsachun Coca»5. «Mi hanno “costretto” perché la gente lo vuole ma anche perché la destra e il governo sono contro di me: sarà una dura battaglia per la democrazia e non ci fermeremo ora».
«L’assemblea ha ratificato l’appoggio alla candidatura presidenziale dell’unico candidato del Mas: Evo Morales», a parlare è Julio Salazar ai microfoni di «Red Uno»6, al termine della sedicesima assemblea della confederazione dei produttori di foglie di coca, la “Seis federaciones del Tropico de Cochabamba”.
Salazar, che nel corso del congresso dei cocaleros era presidente dei lavori dell’assemblea, mentre rilascia queste dichiarazioni ha dietro di sé un delegato: entrambi hanno le guance gonfie di foglie di coca e ne succhiano i liquidi di tanto in tanto. I cocaleros non riconosceranno più il governo di Luis Arce e del vicepresidente Choquehuanca. Secondo Salazar non c’è altro candidato alle elezioni del 2025 se non Evo Morales: chi non sosterrà la sua candidatura «si pone al di fuori del Mas». Il sostegno della “Seis federaciones” a Evo è totale tanto che il nuovo leader dell’organizzazione è proprio l’ex presidente, riconfermato nel ruolo di rappresentante politico al termine dell’assemblea. C’è chi parla di “tradimento nei confronti del progetto politico del Mas-Ipsp”, chi di “necessità di espulsione di Arce e Choquehuanca dal partito”, c’è chi sostiene che Presidente e Vice presidente si stiano alleando con la destra.
Il punto è che Morales potrebbe non essere candidabile. L’articolo 168 della Costituzione dello Stato Plurinazionale di Bolivia parla della durata quinquennale del mandato presidenziale e vicepresidenziale aggiungendo che entrambi «possono essere rieletti una sola volta su base continuativa»7. La formulazione della norma, sibillina quanto basta, può essere interpretata in maniera duplice: la tendenza evista sostiene che il loro candidato può essere serenamente rieletto, dal momento che si parla di «base continuativa»; gli arcistas sostengono che la candidatura di Evo sarà una forzatura alla Costituzione; le destre e i partiti centristi gridano già al golpe.
Morales “retrocede” (calcisticamente parlando)
Se Evo sta ora tentando di tornare nell’agone politico boliviano da protagonista, fino a settembre la sua ambizione era tutta calcistica.
Nella serie A boliviana milita il Palmaflor, club di cui Morales è presidente dal 2022. L’Atletico Palmaflor del Tropico (questo il nome esteso) è espressione diretta della “Seis federaciones” e Evo aveva colto la proverbiale palla al balzo per poter arrivare a contare nelle stanze della lega calcio. In agosto scoppia uno dei più estesi e capillari casi di calcio scommesse e corruzione sportiva legati alla massima serie boliviana e Morales ha iniziato ad accusare i suoi giocatori asserendo che ci fossero «alcuni che “giocano al ribasso”: ho delle informazioni e non tutti sono corretti»8, moralmente parlando. Le dichiarazioni giunsero a margine di una partita di Coppa persa, l’ennesima da parte del Palmaflor, contro il Blooming. A parte le “antiche” ruggini tra le squadre in questione, che hanno disputato una gara di calcio di tre tempi per la prima volta nella storia con 42 minuti e 11 secondi di recupero, Morales aveva – di fatto – scoperchiato il mitologico “Vaso di Pandora”.
Il 30 agosto il Presidente della Federcalcio boliviana Fernando Costa riunisce una conferenza stampa a Santa Cruz denunciando – ma senza fare nomi – una ramificazione piuttosto articolata di corruttela alla base del calcio boliviano. Stando al quotidiano del vicino Perù «La Repùblica» il presidente Costa avrebbe denunciato «tangenti e partite truccate» dietro cui si sarebbe nascosta «una rete di corruzione composta da dirigenti, ex dirigenti, calciatori e arbitri». In Europa «El Paìs» ha parlato apertamente di «terremoto nel calcio boliviano»9. Il giorno successivo Erwin Romero, presidente della Federazione sindacale dei calciatori professionisti boliviani (Fabol), si è lasciato andare in una dichiarazione che ha fatto molto discutere: «Un paio di anni fa pensavamo di aver toccato il fondo: pensavamo di non poter andare peggio e invece nulla è impossibile e ora siamo molto peggio di prima. È di dominio pubblico che il narcotraffico ha trafitto il nostro calcio e la stessa federazione ha denunciato l’esistenza di possibili reti di scommesse illegali e partite truccate»10. Possibili, ma ancora non certe.
Il campionato s’è interrotto – de iure e de facto – a metà agosto e solo l’intervento della Conmebol lo ha fatto ripartire ad inizio ottobre dando la possibilità di terminare il girone di clausura. Morales, indicando l’armadio degli scheletri ma senza fare nomi, sperava di riuscire a ottenere una posizione di riguardo nella querelle che si era avviata per il rinnovamento della federcalcio boliviana. Ne è uscito a mani vuote, anzi: uno dei più grandi scandali calcistici dell’ultimo ventennio è ancora ben lontano dall’essere risolto e Costa ha aggiunto – al termine del campionato – che sarà convocato un congresso straordinario della federazione per «varare un piano di ristrutturazione del calcio boliviano». Chissà che non si metta finalmente mano alla struttura del professionismo: il Palmaflor, ad esempio, è retrocesso ma la Bolivia è l’unico paese latinoamericano a non prevedere una Serie B.
Chissà che Evo non presenti ricorso anche per continuare a rimanere in Serie A.
2Santa Cruz è considerata, storicamente, la città capofila dell’opposizione a Evo Morales sin dalla sua prima presidenza.
3Redacción, Ala “evista” es vista como principal opositora, por encima de cívicos cruceños, 21 dicembre 2023, «El Diario», <https://www.eldiario.net/portal/2023/12/21/ala-evista-es-vista-como-principal-opositora-por-encima-de-civicos-crucenos/>.
4Organizzazione confederata di realtà sindacali e sociali del Paese vicine al Mas e, in modo specifico, a Evo Morales.
6Milen Graciela Saavedra Rodriguez, Seis Federaciones del Trópico ratifican a Evo como su presidente, 28 novembre 2023, «Red Uno», <https://www.reduno.com.bo/noticias/seis-federaciones-del-tropico-ratifican-a-evo-como-su-presidente-20231128173459>.
7Articolo 166 della Costituzione dello Stato Plurinazionale di Bolivia: <http://www.planificacion.gob.bo/uploads/marco-legal/nueva_constitucion_politica_del_estado.pdf>.
8https://www.lostiempos.com/deportes/futbol/20230815/evo-crisis-palmaflor-no-todos-futbolistas-son-buenos-algunos-negocian-abajo ma anche https://www.opinion.com.bo/articulo/deportes/palmaflor-evo-admite-fallas-dice-que-ano-era-aprender-proximo-van-ver-nuestro-club/20230815141030917346.html
10Redaccion, Fabol habla de narcotrafico en nuestro futbol, <https://www.eldiario.net/portal/2023/09/15/fabol-habla-de-narcotrafico-en-nuestro-futbol/>.
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